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Il thigh steering come chiave del passaggio al freeride

Published in Training
Venerdì, 10 Aprile 2015

L’allenamento della flessibilità dell’articolazione coxo-femorale e della forza muscolare applicata alle rotazioni del femore gioca un ruolo da protagonista nella gestione dell’approccio al powder.

Gli impavidi atleti dello Swatch Freeride World Tour si apprestano a trasmetterci nuove emozioni dalle montagne dell’Alaska in attesa della tappa finale di Verbier in Svizzera. Qui risiede la Warren Smith Ski Academy dell’omonimo sciatore britannico, il quale viene nominato come uno tra i più innovativi maestri ed istruttori di sci a cui le Alpi possano assistere. Il mix di tecnica, biomeccanica e fisiologia dei suoi corsi si evidenzia nel libro “GO SKI” e nei famosi DVD “Ski Academy - Lesson’s 1, 2, 3 + 4”. Ed è proprio da questi filmati che estrapoliamo il video nel quale Warren Smith spiega l’importanza del thigh steering per chi vuole diventare un freerider.

Se da una parte un’azione concentrata sugli sci e sui piedi, foot steering, sia fondamentale e sufficiente qualora ci si trovi a sciare su una neve senza particolari resistenze, dall’altra parte, sulla powder, questo atteggiamento non basta più e si deve porre l’attenzione sulle articolazioni coxo-femorali. Più comunemente conosciute come anche, queste giunture sono di notevole rilevanza per permettere al corpo di poter scendere sinuosamente senza impattare nella neve. Warren Smith ci insegna di focalizzare il mirino sulla rotazione interna ed esterna dell’osso femorale rispetto alla concavità acetabolare, che nel caso dell’esercizio proposto si sviluppa sui 3 piani trasverso, sagittale e frontale. Un movimento complesso e completo la cui esecuzione vieni consigliata inizialmente da fermo, in stazione eretta, a casa o in pista. Il successivo passaggio è portare questo esercizio sulla neve a velocità bassa, con il progressivo aumento dell’intensità, sino a testare le proprie abilità sulla neve fresca.

Il video e l’allenamento proposto mostra due aspetti fondamentali: il grado di libertà di cui è dotato il femore rispetto al bacino e l’enorme forza che la muscolatura annessa è capace di sviluppare e sprigionare. La più semplice deduzione che potrebbe scaturirne è che Madre Natura ci ha fornito tutto gli ingredienti di cui abbiamo bisogno. Certo, non gliene saremo mai abbastanza grati, ma questi vanno dosati al meglio per poter creare una prestazione ottimale. Per questo è fondamentale allenarsi, giorno dopo giorno, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra mobilità articolare e forza muscolare. Molto sportivi e terapisti della salute possono testimoniare l’esperienza di restrizioni articolari dell’anca e di ipertonicità e debolezze muscolari, che spesso determinano algie e infortuni ad altri distretti corporei quali ginocchia e tratto lombo-sarcale. Eventi incrementati dagli attuali stili di vita, ben diversi da quelli nostri parenti che si sedevano solo quando era il tempo di mangiare.

Pertanto, il thigh steering proposto da Warren Wmith come esercizio e come atteggiamento da introdurre nei propri schemi motori, viene inteso da noi come uno stimolo a prendere in cura mente e corpo. Il passaggio alla powder è emozionante per il meraviglioso scenario in cui si entra ma è accompagnato da diversi rischi. Alcuni sono incontrollabili, altri invece no, si possono controllare. Ed è qui che noi possiamo lavorare per prepararci al meglio delle nostre possibilità. E quando affermo questo, voglio anche dire che queste hanno limiti posti da noi stessi. Quindi rimbocchiamoci le maniche, e assecondiamo Madre Natura.  

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